Grazie a una simulazione all’avanguardia della NASA, possiamo ora visualizzare in modo realistico cosa accadrebbe se ci trovassimo a precipitare in un buco nero, proprio come il protagonista di ‘Interstellar’.
Il tuffo di Matthew McConaughey in un buco nero nel film ‘Interstellar’ potrebbe essere meno fantascienza di quanto sembri. La collaborazione di Christopher Nolan con il premio Nobel per la Fisica Kip Thorne ha reso la rappresentazione dei buchi neri sorprendentemente accurata.
Ora, le simulazioni della NASA ci offrono un’ulteriore conferma, svelandoci ciò che potrebbe realmente accadere se ci addentrassimo in questi colossi cosmici. La simulazione illustra come la massa concentrata di un buco nero deforma lo spazio-tempo in modo così estremo da creare un vero e proprio pozzo gravitazionale.
Il punto di non ritorno: esplorando il cuore di un buco nero
La simulazione ci porta in un viaggio vertiginoso verso il cuore di un buco nero, rievocando le celebri scene di ‘Interstellar’. Partendo da una distanza di quasi 640 milioni di chilometri, la telecamera ci mostra come la gravità estrema del buco nero distorca lo spazio-tempo, creando uno spettacolo visivo di rara bellezza e complessità .
Il disco di accrescimento e gli anelli fotonici si moltiplicano in immagini deformate, offrendo uno sguardo affascinante su ciò che potrebbe accadere ai confini della nostra comprensione.
Il video mostra come l’orizzonte degli eventi agisca come una sorta di confine cosmico: in un caso, la telecamera ne viene respinta, mentre nell’altro viene inghiottita.
Il fascino distruttivo dei buchi neri
Per realizzare questa straordinaria simulazione, Schnittman e Powell hanno sfruttato la potenza del supercomputer Discover della NASA. L’elaborazione di 10 terabyte di dati, un’impresa che richiederebbe anni su un computer domestico, ha richiesto circa cinque giorni al supercomputer. Questo colossale calcolo ha permesso di visualizzare in modo dettagliato gli effetti della gravità estrema sui corpi celesti.
Il protagonista assoluto del video è un colosso cosmico: un buco nero supermassiccio, milioni di volte più massiccio del nostro Sole. La scelta di un buco nero di queste dimensioni non è casuale. Come ha spiegato Schnittman, un buco nero supermassiccio offre un ambiente meno ‘violento’ per un ipotetico viaggiatore spaziale.
A differenza dei buchi neri più piccoli, quelli supermassicci hanno orizzonti degli eventi più ampi e forze di marea meno intense, permettendo a un oggetto di avvicinarsi al centro senza essere immediatamente disintegrato.
Ai confini della fisica: svelati i segreti dei buchi neri
L’orizzonte degli eventi simulato del buco nero si estende per circa 25 milioni di chilometri, una distanza paragonabile a circa un sesto della distanza Terra-Sole. Man mano che ci avviciniamo a questo confine cosmico, emergono altre strutture luminose, gli anelli fotonici, che deformano e moltiplicano la luce circostante.
Oltrepassato l’orizzonte degli eventi, il destino è segnato: la forza gravitazionale del buco nero, sempre più intensa man mano che ci si avvicina alla singolarità , allunga e stira gli oggetti fino a ridurli a sottilissimi filamenti, in un processo noto come spaghettizzazione.
Il destino di un oggetto che oltrepassa l’orizzonte degli eventi di un buco nero rimane avvolto nel mistero. Sia la telecamera, simbolo di un osservatore, sia lo stesso tessuto dello spazio-tempo verrebbero inesorabilmente trascinati verso la singolarità , un punto di infinita densità dove le leggi della fisica, così come le conosciamo, collassano.
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