Mistero cosmologico: l’universo si espande a due velocità

Mistero cosmologico: l'universo si espande a due velocità

Gli astronomi, avvalendosi dei telescopi spaziali James Webb e Hubble, hanno confermato una delle più inquietanti perplessità della fisica moderna: l’universo sembra espandersi a velocità differenti a seconda della zona osservata. Questa discrepanza, denominata tensione di Hubble, rappresenta una potenziale minaccia per le teorie cosmologiche odierne, potendone addirittura sovvertire i principi fondamentali.

L’Universo si espande a due velocità: il mistero della tensione di Hubble si infittisce

Tra il 2009 e il 2013, gli astronomi hanno utilizzato il satellite Planck dell’Agenzia Spaziale Europea per mappare la “lanugine cosmica”, ovvero la radiazione cosmica di fondo (CMB), con una precisione senza precedenti. Questa radiazione, residuo del Big Bang, rappresenta una preziosa fonte di informazioni sull’universo primordiale.

L’analisi dei dati di Planck ha permesso agli scienziati di determinare un valore per la costante di Hubble di circa 67 chilometri al secondo per megaparsec (km/s/Mpc). In altre parole, questo significa che per ogni megaparsec di distanza, le galassie si allontanano l’una dall’altra alla velocità di circa 67 chilometri al secondo.

È importante sottolineare, tuttavia, che questo valore della costante di Hubble è leggermente inferiore rispetto a quello ottenuto con altri metodi, come la misurazione della distanza delle galassie vicine. Questa discrepanza, nota come “tensione di Hubble”, rappresenta uno dei misteri più affascinanti della cosmologia moderna e apre la strada a nuove ipotesi e teorie sull’espansione dell’universo.

Al momento, due metodi considerati “gold standard” hanno permesso di calcolare la costante di Hubble, un valore che descrive il tasso di espansione dell’universo. Il primo metodo si è basato sull’analisi approfondita delle minuscole fluttuazioni del fondo cosmico a microonde (CMB), una reliquia primordiale della prima luce dell’universo emessa solo 380.000 anni dopo il Big Bang.

Il secondo metodo invece sulle stelle pulsanti note come variabili Cefeidi. Queste stelle morenti pulsano periodicamente a causa dell’espansione e contrazione dei loro strati esterni di gas elio, rilasciando radiazione e assumendo l’aspetto di “lampade di segnalazione distanti”.

La luminosità delle Cefeidi è strettamente legata al loro periodo di pulsazione: più luminose sono, più lenta è la loro pulsazione. Questo permette agli astronomi di determinare la loro luminosità assoluta e, confrontandola con la luminosità osservata, di creare una “scala di distanza cosmica” per sondare le profondità dell’universo.

Grazie a questa scala, gli astronomi hanno potuto calcolare la velocità di espansione dell’universo misurando lo spostamento verso il rosso (redshift) della luce proveniente dalle Cefeidi.

I due metodi, tuttavia, forniscono valori differenti per la costante di Hubble. Il CMB indica un valore di 67 km/s/Mpc, mentre le Cefeidi suggeriscono un valore di circa 74 km/s/Mpc. Questa discrepanza, denominata “tensione di Hubble”, rappresenta un serio problema per la cosmologia attuale, che si basa sull’assunto di un’espansione uniforme dell’universo.

David Gross, astronomo vincitore del Premio Nobel, durante una conferenza del 2019 al Kavli Institute for Theoretical Physics (KITP) in California, ha affermato: “Non si tratta di una semplice tensione o di un problema, ma di una vera e propria crisi”.

Le recenti misurazioni ad alta precisione del telescopio spaziale James Webb (JWST), combinate con i dati del telescopio Hubble, hanno confermato e ulteriormente rafforzato la tensione di Hubble. La possibilità di errori di misurazione è stata definitivamente esclusa da un’analisi congiunta di entrambi i telescopi.

Adam Riess, professore di fisica e astronomia alla Johns Hopkins University e autore principale dello studio ha dichiarato: “Una volta esclusi gli errori di misurazione, rimane l’entusiasmante possibilità che la nostra comprensione dell’universo sia errata”.

Riess, insieme a Saul Perlmutter e Brian P. Schmidt, ha vinto il Premio Nobel per la fisica nel 2011 per la scoperta dell’energia oscura nel 1998, la forza misteriosa che spinge l’accelerazione dell’espansione dell’universo.

Misure precise confermano l’espansione incoerente dell’universo

Già nel 2019, il telescopio spaziale Hubble ha fornito prove concrete dell’esistenza di questo enigma. Nel 2023, le misurazioni ancora più accurate del James Webb Space Telescope (JWST) hanno ulteriormente rafforzato la discrepanza.

Ora, un’analisi congiunta di entrambi i telescopi, definita “triplo controllo”, ha definitivamente escluso la possibilità di errori di misurazione. Lo studio, pubblicato sull’Astrophysical Journal Letters, suggerisce che la nostra comprensione dell’universo potrebbe essere seriamente errata.

Questa scoperta rivoluzionaria apre un ventaglio di nuove domande e scenari che necessitano di un’attenta analisi da parte della comunità scientifica. Le teorie cosmologiche attuali, basate sull’espansione uniforme dell’universo, appaiono inadeguate a spiegare questa nuova realtà.

Sono necessari nuovi modelli e teorie per comprendere le diverse velocità di espansione osservate. La tensione di Hubble rappresenta una sfida ineludibile per la fisica moderna, spingendo gli scienziati a rivedere le loro conoscenze sull’universo e sulla sua evoluzione.

Le implicazioni di questa scoperta sono profonde e dirompenti. La tensione di Hubble ci costringe a riconsiderare i principi fondamentali della cosmologia, aprendo nuove frontiere nella ricerca scientifica. Solo con ulteriori studi e approfondimenti teorici potremo svelare i misteri che si celano dietro questa incoerente espansione dell’universo.

Verso nuovi modelli cosmologici: la sfida della fisica moderna

Questa scoperta apre nuove e profonde domande per la fisica moderna. Le teorie cosmologiche attuali, basate sull’espansione uniforme dell’universo, appaiono inadeguate a spiegare questa realtà incoerente.

La comunità scientifica è chiamata ad elaborare nuovi modelli e teorie in grado di spiegare le diverse velocità di espansione osservate. La tensione di Hubble rappresenta una sfida ineludibile per la fisica moderna, spingendo gli scienziati a rivedere le loro conoscenze sull’universo e sulla sua evoluzione.

Le implicazioni di questa scoperta sono profonde e dirompenti. La tensione di Hubble mette in discussione i principi fondamentali della cosmologia, aprendo nuove frontiere nella ricerca scientifica. Solo con ulteriori studi e approfondimenti teorici potremo svelare i misteri che si celano dietro questa incoerente espansione dell’universo.

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