Ispirandosi all’equazione di Drake, un nuovo modello teorico ha quantificato le possibilità che la vita intelligente possa emergere non solo nel nostro universo, ma anche in potenziali universi paralleli.
Universi paralleli e vita intelligente: una connessione inaspettata
Mentre l’equazione di Drake, formulata negli anni ’60, ha cercato di quantificare il numero di civiltà extraterrestri, un nuovo modello teorico, sviluppato dalla Durham University, ha adottato un approccio più cosmico. Anziché concentrarsi sulle civiltà in sé, questo modello indaga le condizioni fondamentali che rendono possibile l’emergere della vita, come l’espansione accelerata dell’universo e la formazione stellare.
Questa nuova prospettiva, influenzata dalla misteriosa energia oscura che domina l’universo, offre una visione più ampia delle sfide che la vita deve affrontare per emergere e prosperare.
Poiché le stelle sono considerate il ‘crogiuolo’ in cui si formano gli elementi pesanti essenziali per la vita, come la conosciamo, il modello può essere utilizzato per stimare la probabilità che la vita intelligente emerga non solo nel nostro universo, ma anche in ipotetici universi paralleli. Invece di focalizzarsi su un conteggio esatto delle civiltà intelligenti, la ricerca si concentra sulla probabilità che un osservatore intelligente si trovi in un universo con specifiche caratteristiche.
In sostanza, lo studio suggerisce che un osservatore cosmico tipico si troverebbe in un universo con una quantità di energia oscura significativamente superiore rispetto a quella presente nel nostro. Ciò indica che le condizioni del nostro universo, in termini di energia oscura e formazione stellare, potrebbero essere considerate piuttosto atipiche e rare nel contesto di un multiverso.
In altre parole, le condizioni del nostro universo, in particolare la quantità di energia oscura presente, non sembrano essere ottimali per massimizzare la formazione di vita intelligente. Questo suggerisce che esso potrebbe essere considerato un caso piuttosto raro e speciale all’interno di un multiverso.
L’energia oscura e il mistero della vita
Il dott. Daniele Sorini, a capo del team di ricerca presso l’Institute for Computational Cosmology della Durham University, ha spiegato: “L’energia oscura è uno dei più grandi misteri dell’universo. Capire come questa forza misteriosa influenzi il nostro cosmo è una delle sfide più importanti per i cosmologi e i fisici”.
Ed ha aggiunto: “La densità dell’energia oscura, una delle forze fondamentali che governano il nostro universo, potrebbe essere un fattore cruciale per la nostra esistenza. Tuttavia, i nostri risultati suggeriscono che anche un universo con una quantità molto maggiore di energia oscura potrebbe ospitare la vita, rendendo il nostro universo un caso particolare piuttosto che una necessità.”
Questo nuovo modello potrebbe aprire la strada a una comprensione più profonda di come la diversa quantità di energia oscura influenzi la formazione delle strutture cosmiche e, di conseguenza, la comparsa della vita nell’universo. L’energia oscura, agendo in contrapposizione alla gravità, regola l’espansione dell’universo e crea le condizioni ideali per la formazione di galassie e sistemi stellari.
Per comprendere appieno le condizioni necessarie per l’emergere della vita, è fondamentale esplorare un’ampia gamma di universi possibili. Il nuovo studio suggerisce che l’astrofisica della formazione stellare e l’evoluzione cosmica sono strettamente legate alla densità di energia oscura. Questo legame permette di indagare come diverse quantità della stessa influenzino la formazione di strutture cosmiche e, di conseguenza, la probabilità di sviluppo della vita.
Come ha sottolineato il professor Lucas Lombriser: “Sarà affascinante utilizzare questo modello per esplorare universi alternativi e riconsiderare alcune delle domande fondamentali sulla nostra esistenza”.
La vita nell’Universo: un mistero sempre più vicino alla soluzione
L’equazione di Drake, pur non offrendo un risultato numerico preciso, ha rappresentato una sorta di mappa stradale per gli scienziati alla ricerca di vita extraterrestre. Essa ha introdotto diversi parametri, tra cui il tasso di formazione stellare e la presenza di pianeti abitabili, per stimare il numero di civiltà extraterrestri.
Il nuovo modello, invece, va oltre, collegando il tasso di formazione stellare con proprietà fondamentali dell’universo, come la densità di energia oscura. In questo modo, si apre una nuova prospettiva per comprendere le condizioni necessarie all’emergere della vita.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
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