Il Palazzo Brijraj Bhawan, situato nella città di Kota nel Rajasthan, in India, è un edificio storico che vanta un passato affascinante e un presente intrigante. Costruito nel 1830 come residenza per il Maharaja di Kota, il palazzo ha attraversato diverse epoche, fungendo da residenza ufficiale per i funzionari britannici durante il dominio coloniale e, in seguito, come hotel storico.
La storia del Palazzo Brijraj Bhawan
Durante gli anni ’30 dell’Ottocento, l’India è stata sotto il dominio della Compagnia britannica delle Indie Orientali. La maggior parte delle città indiane sono state conquistate o sottomesse dagli inglesi, con l’istituzione di un sistema di governo coloniale.
Kota, all’epoca una delle grandi città del Rajasthan, è stata un esempio del controllo britannico indiretto. Pur essendo formalmente governata da un re indiano, la città e i suoi dintorni sono state sotto l’influenza e il comando dei funzionari britannici.
Il re di Kota, in questa situazione di subordinazione, è stato ridotto a una figura quasi simbolica. Privato di reale potere decisionale, egli è stato di fatto un “burattino” nelle mani dei britannici, che ne hanno strumentalizzato la figura per mantenere il controllo sul territorio.
Nel 1830, gli ufficiali britannici hanno costruito un palazzo a Kota, Rajasthan, come loro residenza ufficiale chiamato Palazzo Brijraj Bhawan.
Nel 1844, il maggiore Charles Burton, ufficiale britannico, è stato inviato a Kota, Rajasthan, dove ha vissuto con la sua famiglia per diversi anni. Durante questo periodo, egli ha svolto un ruolo importante nell’amministrazione della città sotto il dominio coloniale britannico.
Il tragico destino del Maggiore Burton nel Palazzo Brijraj Bhawan
L’ammutinamento indiano del 1857, noto anche come “Sepoy Mutiny“, è stato un evento di grande rilevanza storica. Si è trattato infatti di una rivolta su larga scala contro il dominio britannico in India, che ha coinvolto diverse regioni e numerosi regni indiani.
Sebbene la città di Kota era rimasta relativamente immune dalla guerra, il maggiore Burton ha deciso comunque di trasferirsi a Neemuch con la sua famiglia per ragioni di sicurezza. La sua decisione si è basata sulla convinzione che Kota non sarebbe mai stata coinvolta nel conflitto. Nel dicembre del 1857, egli, impegnato nella repressione della rivolta a Neemuch, ha ricevuto una lettera dal Maharaja di Kota. La lettera lo metteva in guardia su una possibile insurrezione in città, sconvolgendo i suoi piani e costringendolo a un rapido ritorno.
Le autorità britanniche, già impegnate in duri combattimenti contro l’esercito indiano in diverse zone, hanno temuto l’insorgere di una nuova sommossa a Kota. Una simile eventualità avrebbe aggravato la situazione e disperso le loro già esigue forze.
Per scongiurare il pericolo, le autorità superiori hanno ordinato di reprimere l’ammutinamento a Kota prima ancora che assumesse proporzioni maggiori. La rapidità e la fermezza dell’intervento sono state considerate essenziali per mantenere il controllo della città.
Ignaro della trappola che lo attendeva, il maggiore Burton è tornato a Kota il 13 dicembre 1857, accompagnato dai suoi due figlioletti. La sua fiducia nella tranquillità della città sono stati però mal riposti, ritrovandosi inconsapevolmente in una situazione di grave pericolo. Sotto la superficie silenziosa di Kota, covava in realtà una feroce ribellione.
L’inconsapevole ritorno del maggiore Burton a Kota ha rappresentato un momento drammatico nella storia della rivolta indiana del 1857. La sua disavventura ha evidenziato sia la complessità del conflitto, sia la vulnerabilità degli inglesi in un contesto di ribellione diffuso.
Dopo due giorni dal suo ritorno, egli si è trovato ad affrontare una terribile realtà: un gruppo di soldati armati ha circondato il palazzo e fatto irruzione.
Per sfuggire all’assalto, la famiglia Burton si è rifugiata in una stanza al piano superiore del palazzo, con poche armi a disposizione. La loro speranza è stata quella di ricevere aiuti dal Maharaja, ma l’attesa si è rivelata angosciosa e incerta.
Mentre i ribelli saccheggiavano il palazzo sotto di loro, il maggiore Burton e i suoi figli vivevano momenti di terrore e incertezza. La loro sopravvivenza dipendeva dall’arrivo tempestivo di soccorsi e dalla loro capacità di resistere all’invasione.
L’assedio al Palazzo Brijraj Bhawan si è protratto per cinque lunghe e angosciose ore. La famiglia, sotto il fuoco incessante dei ribelli, si è difesa con coraggio e tenacia, ma nonostante la strenua resistenza sono stati massacrati.
Ai resti della famiglia Burton è stata data degna sepoltura nel cimitero di Kota, con tutti gli onori militari. La loro tragica storia rimane a memoria del prezzo umano pagato durante l’ammutinamento indiano del 1857.
Il Palazzo Brijraj Bhawan: una residenza avvolta nel mistero
Dopo la tragica morte del maggiore Burton e della sua famiglia, il Palazzo Brijraj Bhawan è stato ricostruito. Con l’indipendenza dell’India nel 1947, il palazzo è passato dalla proprietà britannica a quella privata del Maharaja di Kota. Il suo regno, tuttavia, è durato però poco e negli anni ’80 il governo indiano ha rilevato il palazzo.
Con l’acquisizione da parte del governo, il Palazzo Brijraj Bhawan è stato convertito in un hotel storico. La sua ricca storia e l’architettura affascinante lo rendono una destinazione unica per i turisti.
Oltre al suo fascino storico, il palazzo è avvolto da un’aura di mistero. Si dice che sia infestato dal fantasma del maggiore Burton, la cui tragica morte ha lasciato un segno indelebile sulla storia dell’edificio.
La leggenda del fantasma che infesta il Palazzo Brijraj Bhawan si è diffusa rapidamente e alimenta il mistero che circonda questo luogo storico.
Numerosi ospiti dell’hotel hanno riferito di aver provato un senso di inquietudine e terrore durante il loro soggiorno. Le loro descrizioni includono sensazioni di freddo improvviso, presenze invisibili e rumori inspiegabili.
Anche il personale dell’hotel ha avuto esperienze singolari. Le sentinelle hanno raccontato di aver sentito una voce in inglese dire: “Non dormire, non fumare”, seguita da un forte schiaffo.
Nonostante la natura spettrale della sua presenza, il fantasma del maggiore Burton non sembra essere pericoloso. A parte gli schiaffi giocosi, non ci sono storie di danni o aggressioni.
Egli, in vita, era noto per la sua severità e disciplina militare. Sembra che questa caratteristica si sia conservata anche nella sua presunta esistenza ultraterrena. Sembra infatti che il fantasma pattugli ancora il palazzo, con lo stesso rigore e la stessa severità che lo hanno contraddistinto in vita.
L’ex Maharani di Kota, in un’intervista del 1980, ha affermato di aver visto più volte il fantasma del maggiore Burton vagare nella sala dove è stato ucciso.
La fama di luogo infestato del Palazzo Brijraj Bhawan lo rende una destinazione affascinante per i viaggiatori che cercano esperienze paranormali e un pizzico di brivido durante il loro soggiorno. Che si tratti di una leggenda metropolitana, di un’allucinazione collettiva o di una vera e propria presenza spettrale, la sua storia continua ad affascinare e incuriosire.
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