Secondo il fisico lettone Manuel Hohmann, potrebbe essere possibile viaggiare più veloce della luce. Tuttavia, sarebbero necessari dispositivi in grado di comunicare tramite onde gravitazionali e la collaborazione di una civiltà extraterrestre composta da una forma di materia ancora sconosciuta a noi.
Secondo Hohmann, i wormhole sono più vicini di quanto pensiamo
I wormhole, o ponti di Einstein-Rosen, sono ipotetici tunnel spazio-temporali che consentirebbero di attraversare immense distanze cosmiche in tempi brevissimi. Secondo un recente studio di Manuel Hohmann, fisico all’Università di Tartu, potremmo essere più vicini alla realizzazione di questa affascinante possibilità.
Hohmann, in un articolo pubblicato sulla rivista Physical Review D, ha proposto, un metodo per creare wormhole stabili. Tuttavia, le sfide tecnologiche sono immense: sarebbe necessario il controllo su sistemi stellari interi e lo sviluppo di sofisticati comunicatori a onde gravitazionali per entrare in contatto con ipotetiche civiltà aliene composte da materia esotica, essenziali per stabilizzare il wormhole.
L’idea di Hohmann, pur presentata in modo apparentemente giocoso, si fonda su una realtà fisica ben consolidata: l’espansione accelerata dell’universo. Questo fenomeno, osservato sperimentalmente, rappresenta una delle più grandi sfide per la cosmologia moderna.
Per spiegare tale accelerazione, i cosmologi hanno introdotto il concetto di energia oscura, una forma di energia pervasiva nello spazio che eserciterebbe una pressione negativa, contrastando la forza di gravità e causando l’espansione accelerata dell’universo.
La proposta di Hohmann: un nuovo passo verso i wormhole
L’esistenza della materia oscura, una componente cosmica ancora poco conosciuta costituirebbe circa il 90% della massa totale dell’Universo. La sua presenza è dedotta esclusivamente dagli effetti gravitazionali che esercita sulla materia visibile.
Un’alternativa più speculativa è rappresentata dalla teoria della gravità multimetrica, che postula l’esistenza di copie quasi identiche delle particelle del Modello Standard, dotate di proprietà fisiche leggermente differenti.
Le particelle con caratteristiche identiche interagiscono per formare la materia ordinaria, mentre quelle con proprietà diverse interagiscono principalmente attraverso la gravità, simulando gli effetti della materia oscura. Tuttavia, a differenza della materia ordinaria, queste particelle si respingerebbero gravitazionalmente.
Se nell’universo esistessero galassie interamente composte da materia esotica, ossia da particelle non previste dal Modello Standard, queste potrebbero respingere le galassie ordinarie, generando così una forza repulsiva in grado di spiegare l’espansione accelerata dell’universo, attualmente attribuita all’energia oscura.
Studiando la sua teoria più a fondo, Hohmann si è reso conto che potrebbe aprire le porte alla creazione di veri e propri “tunnel” nello spazio-tempo, che potrebbero permetterci di viaggiare istantaneamente da un punto all’altro dell’universo.
Tutte le proposte teoriche per la creazione di wormhole hanno finora richiesto l’impiego di ‘energia negativa’, una forma di energia ipotetica e mai osservata sperimentalmente. Tuttavia, Hohmann ha dimostrato che un wormhole composto da diversi tipi di materia multimetrica potrebbe formarsi e mantenersi stabile.
Sebbene la materia multimetrica sia altrettanto ipotetica, Hohmann ha proposto un metodo attraverso il quale due civiltà avanzate potrebbero collaborare per creare un tunnel spazio-temporale di questo tipo.
Hohmann e la materia esotica: la chiave per i wormhole stabili
Un prerequisito fondamentale per la realizzazione della proposta di Hohmann è l’esistenza di civiltà tecnologicamente avanzate nelle galassie composte da materia esotica. Secondo il fisico, la cooperazione con queste civiltà aliene, attraverso la creazione di un wormhole composto da entrambi i tipi di materia, consentirebbe di stabilire un collegamento intergalattico. Tuttavia, la comunicazione tra le due galassie rappresenta una sfida complessa.
Hohmann ha proposto l’utilizzo di onde gravitazionali come mezzo di comunicazione, suggerendo che civiltà avanzate potrebbero manipolare interi sistemi solari per generarle e rilevarle.
L’idea del fisico, pur essendo altamente speculativa, apre nuove e affascinanti prospettive sulla nostra comprensione dell’universo. Nonostante le enormi sfide tecnologiche e scientifiche, la possibilità di stabilire un contatto con altre civiltà e di esplorare le profondità dello spazio-tempo rappresenta una delle più grandi avventure intellettuali dell’umanità.
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